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Non è un dispositivo appena uscito, non si tratta di un’esclusiva né di una novità, ma vorrei parlare di questo smartphone al limite con il formato phablet (ovvero: più grande di uno smartphone ma più piccolo di un tablet) perchè ne vale assolutamente la pena.

Acquistato su Amazon per poco meno di 200 Euro, spese di spedizione incluse, appena l’ho tolto dalla scatola s’era già guadagnato la mia simpatia. Si tratta di un cinafonino “DOC”, ed il produttore XiaoMi suonerà poco familiare all’orecchio Europeo, ma stiamo parlando del terzo produttore mondiale di elettronica di consumo. La notizia assume un tono più sorprendente considerando che l’azienda ha iniziato la sua attività solo nel 2010; anche nel mio sitarello ne ho parlato più volte, quando descrivevo le ultime novità della ROM Android MIUI che è appunto una creazione di XiaoMi.

Ma torniamo al nostro prode XiaoMi RedMi Note 4G, protagonista della mia recensione. Oltre alle dimensioni generose, possiede caratteristiche tecniche di tutto rispetto, che riassumerò brevemente per dovere di informazione:

  • display di tipo IPS da 5,5 pollici con risoluzione di 1280×720 (quindi, non è HD ma un filo in meno);
  • processore quad-core Snapdragon 400 @ 1.6 GHz con 2 GB di RAM a bordo;
  • 8GB di memoria integrata con possibilità di espansione tramite slot SD;
  • fotocamera posteriore da 13 MP con possibilità di registrazione in full HD;
  • fotocamera anteriore da 5 MP;
  • 3 tasti frontali a sfioramento retroilluminati di un bel rosso acceso;
  • GPS con AGPS, GLONASS e BDS;
  • supporto alle reti 3G e 4G/LTE;
  • Bluetooth 4.0LE e Wi-Fi;
  • doppio microfono per la soppressione del rumore;
  • LED di notifica multicolore;
  • batteria removibile da 3100 mAh

Le uniche caratteristiche che rivelano la natura “economica” del dispositivo sono il display non in full HD e la dotazione di “soli” 8 GB di memoria di massa integrata; per il resto stiamo parlando di caratteristiche in linea con i modelli concorrenti di costo ben superiore. Confrontarlo con dispositivi della stessa fascia di prezzo è un metodo simpatico per verificare a che prezzo vengono vendute alcune caratteristiche, per esempio la connettività 4G/LTE.

Un altro fattore da non sottovalutare è il sistema operativo: stiamo parlando di un dispositivo che monta Android, come la maggior parte degli smartphone in circolazione, ma a differenza di questi ultimi adotta la sua particolarissima variante, chiamata MIUINon si tratta di un banale Android 4.X con qualche ritocco estetico, un paio di applicazioni ad hoc e un launcher più o meno carino; stiamo parlando di una variante che possiede la sua personalità e il suo modo unico di interagire con l’utente, offrendo una serie di funzioni che la rendono profondamente differente dalla maggior parte degli Android che equipaggiano smartphone e tablet degli altri produttori.

Particolare degno di nota è la possibilità di rootare il dispositivo utilizzando una procedura ufficiale resa disponibile dal produttore stesso; questo significa che il rooting non invalida la garanzia, cosa che renderà felici moltissimi appassionati che preferiscono “mettere le mani sotto il cofano”. Maggiori informazioni in questo post nel forum ufficiale (la procedura si applica a MIUI v5, quella fornita di fabbrica con il dispositivo).

Inoltre, la possibilità di avere l’accesso root rende possibile l’utilizzo di molte applicazioni utili, come per esempio l’indispensabile Titanium Backup o WhatsApp Tri-Crypt in accoppiata con SMSBackup+; gli ultimi due, giusto a titolo di cronaca, permettono di salvare le chat di WhatsApp nella propria casella Gmail, insieme a SMS, MMS e registro chiamate.

Ritorno ora a parlare del RedMi Note 4G,  partendo dalla scatola: semplice, in cartone, molto compatta e senza fronzoli. All’interno si trova il dispositivo, una piccola scatolina in cartone contenente la guida rapida e qualche foglietto illustrativo rigorosamente in cinese, il caricabatteria da 5V @ 2A con spina cinese/americana (ma viene fornito un adattatore Europeo), un caricabatteria da auto, il cavo micro USB e la generosa batteria da 3100 mAh. Non ci sono gli auricolari, ma stiamo parlando di un dispositivo economico, ricordate?

Una volta aperto il RedMi rimuovendo la scocca posteriore, si ha accesso all’alloggiamento per la SIM (in formato micro), per la scheda SD e la batteria. Semplicissima la prima configurazione, del tutto guidata, dei servizi di base del telefono. Se volete, potete registrarvi sul sito XiaoMi e ottenere quindi un account gratuito (che offre anche 10 GB di spazio in cloud per memorizzare i propri files e i backup del telefono, sulla falsariga di iCloud di Apple). Dopo una mezz’oretta di utilizzo, mi sono reso conto della possibilità di rootare il dispositivo e quindi sono partito con la procedura, semplicissima e composta da due soli passaggi: scaricare il file .zip sul telefono e quindi “darlo in pasto” al software di sistema che si occupa degli update. Eseguito il rooting, ho fatto un giretto sul sito ufficiale Italiano (questo) e ho scaricato anche l’ultima ROM disponibile, la MIUI v5 5.2.6 (e siamo già arrivati alla 5.2.13 nel momento in cui scrivo). Stessa procedura, e il telefono si è aggiornato, mostrandomi nel frattempo anche la sua recovery ROM altamente personalizzata (un dettaglio carino).

L’operazione è altamente consigliata in quanto le ROM sono aggiornate su base settimanale e oltre a fornire le correzioni ai bug riscontrati, offrono la traduzione completa in Italiano di tutte le opzioni disponibili; infatti il sistema originale, nonostante la lingua impostata fosse l’Italiano, in qualche schermata mi ha presentato una bella sequela di ideogrammi o, nel migliore dei casi, qualche frase in Inglese. Dopo l’aggiornamento, assolutamente indolore e senza bisogno di riconfigurare da capo il dispositivo, la situazione è passata da “buona” a “meravigliosa”MIUI si è dimostrato un sistema operativo degno di tal nome, con dettagli molto curati e un’usabilità decisamente superiore agli Android standardizzati che si possono trovare su molti dispositivi; funzioni aggiuntive come il pianificatore (scheduler) che vi consente di spegnere il Note o di inserire la modalità aereo ad orari prefissati, i temi personalizzati che permettono di cambiare completamente l’aspetto di tutta l’interfaccia, la fluidità e la prontezza di risposta del sistema sono caratteristiche piuttosto rare, se non assenti, in dispositivi dal prezzo inferiore a 200 Euro. E sinceramente, questo livello di fluidità e immediatezza è abbastanza inconsueto anche per terminali che superano la soglia dei 500 Euro.

Viste le dimensioni del display, mi ha fatto piacere trovare la funzione “uso con una mano”, attivabile sfiorando in sequenza i tre tasti alla base dello schermo; in base alla direzione dello sfioramento (da destra verso sinistra, o viceversa), il contenuto del display si riduce e si colloca in basso, riducendosi di quel tanto che basta per poterne raggiungere gli estremi semplicemente con il pollice. Un “grazie” da chi, come me, non possiede le mani di Kenshiro (o di Gianni Morandi, se preferite).

Molto interessante anche la presenza della tecnologia DIRAC (maggiori informazioni qui), che si prefigge lo scopo di migliorare la qualità audio sia dell’altoparlante integrato, sia delle cuffie/auricolari collegate al dispositivo. Si nota un’attenzione particolare all’audio anche dalle opzioni disponibili nell’interfaccia: oltre all’appena citata tecnologia DIRAC, sono presenti configurazioni specifiche per diversi tipi di auricolari, ed è inoltre possibile personalizzare il comportamento dei tasti presenti sul telecomando. L’ascolto della musica è gradevole, e la qualità dell’uscita audio è superiore ad altri dispositivi che ho potuto provare. Mi riservo di fare ulteriori test quando arriveranno le mie nuove Audio Technica ATH-M50XWH, acquisto compulsivo che andrà a sostituire le mie antiquate Sennheiser HD270 (che sono state un grave errore dal punto di vista audiofilo, bilanciato solamente dalla presenza delle mie fidate Yamaha NS-10M che hanno compensato egregiamente le lacune di queste cuffie).

Anche in fase di registrazione l’attenzione è stata notevole: è presente il doppio microfono che consente la soppressione del rumore di fondo, caratteristica tipica degli smartphone di fascia alta.

Non posseggo purtroppo un contratto telefonico con connessione 4G/LTE, ma posso confermare che sia la ricezione, che la velocità di aggancio della rete 3G e del Wi-Fi è soddisfacente; in più occasioni si è dimostrato più rapido e stabile del mio Samsung Galaxy S4, con il quale condivideva le stesse reti Wi-Fi e anche l’operatore telefonico (TIM).

Una menzione particolare alla durata della batteria, che dall’alto dei suoi 3100 mAh mi ha regalato 2 giorni e 16 ore di autonomia, lasciando ancora il 12% di carica residua. L’utilizzo è stato moderatissimo, con una chiamata da 9 minuti e mezz’ora di navigazione su rete 3G, ma il Note è sempre stato connesso sia alla rete 3G che al Wi-Fi, oltre che al GPS. Non ho utilizzato nemmeno la modalità di risparmio energetico, quindi direi che il test della batteria si conclude con 5 stelle meritate.

Senza infamia e senza lode il comparto fotografico: I 13 MP della fotocamera posteriore permettono di scattare fotografie a risoluzione elevata, anche se la luminosità e la definizione non fanno gridare al miracolo; un Galaxy S4 o S5 o un iPhone 5 producono scatti di qualità superiore. La situazione migliora attivando la modalità HDR, al costo di una lieve attesa fra uno scatto e l’altro. Il software fotografico di sistema risulta più veloce nella messa a fuoco e nella risposta rispetto all’applicazione Fotocamera di Google, che però offre la modalità Photosphere, diverse modalità di panoramica e il controllo della sfocatura.

Risulta evidente che non ci siano solo pregi in questo terminale, ma alla luce del prezzo anche i dettagli meno riusciti risultano accettabili, se non trascurabili.

Per dire, le dimensioni sono ragguardevoli ed essendo una conseguenza diretta della diagonale del display, questo aspetto non va elencato nei difetti; al contrario, il peso del Note 4G si fa sentire, con i suoi 185 grammi dichiarati (ma la mia bilancia dice 188), che diventano 223 utilizzando una cover in gomma per fornire la giusta protezione alla scocca posteriore e alla lente della fotocamera, che è in rilievo rispetto al profilo della scocca. Quasi tutti i dispositivi hanno questo problema, e a me non piace poggiare lo smartphone sul vetrino della fotocamera. Inoltre, la cover in gomma dona una presa migliore al dispositivo, in quanto la plastica utilizzata è molto levigata (e, per inciso, molto bella). Buoni la qualità costruttiva, la solidità dell’assemblaggio e i materiali utilizzati. La posizione dei pulsanti Power e Volume è, a mio avviso, abbastanza azzeccata, in quanto tutti e tre localizzati sul lato destro e raggiungibili con il pollice.

Per finire, la memoria a bordo è di 8 GB, che scende intorno ai 6 GB una volta installato/aggiornato il sistema operativo, più che sufficienti per giochi e applicazioni. Ricordo che è possibile espandere la memoria con una scheda SD fino a 64 GB e il sistema offre un comodo pannellino di controllo proprio a questo scopo, dove è possibile decidere quale tipo di memoria assegnare a video, audio e foto.

In conclusione, il giudizio finale su questo dispositivo è più che positivo: display grande e luminoso, connettività completa, processore performante e 2 GB di RAM come i cellulari di fascia alta, sistema operativo gradevole,  ottimizzato e aggiornato con regolarità Svizzera, possibilità di rooting senza invalidare la garanzia, batteria capiente e design azzeccato.

Se solo XiaoMi decidesse di commercializzare i suoi dispositivi anche in Europa (ma attenzione, sembra che stia sbarcando negli USA, quindi il momento si avvicina…) in maniera ufficiale, garantendo quindi anche i due anni di garanzia ai quali siamo abituati, il giudizio sarebbe ancora più lusinghiero. Ma, garanzia Europea o no, il RedMi Note 4G è un ottimo dispositivo, quasi imbattibile visto il prezzo e le caratteristiche, e sono un pò dispiaciuto che mi debba separare da lui visto che è stato acquistato per un regalo 😉




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