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Senza clamore e senza presentazioni in pompa magna, Google ha annunciato qualche tempo fa il nuovo Android 5, nome in codice Lollipop, accompagnato dai nuovi dispositivi Nexus.

Android 5, che, rispetto alla consolidata versione 4 iniziata con Ice Cream Sandwich, si propone di essere il più consistente aggiornamento al sistema operativo mobile di Google.

Le differenze maggiori si noteranno nell’interfaccia, nei colori e nello stile, ma soprattutto nella modalità di interazione con il dispositivo. Saranno possibili più personalizzazioni dell’interfaccia, per esempio la grandezza delle icone e le dimensioni della tastiera a video, ed è stato posto l’accento sui comandi vocali che, purtroppo, stentano ancora a prendere il volo per via di due grandi ostacoli, almeno per quanto mi riguarda.

Il primo ostacolo è di tipo sociale: molte persone provano disagio nel parlare con un dispositivo inanimato in pubblico, e quindi un consistente numero di utenti rinuncia a delle piccole facilitazioni che potrebbero risultare piuttosto comode. Per esempio, la dettatura di brevi testi, oppure la ricerca su Internet o la creazione di promemoria rapidi, il tutto con la voce.

Il secondo ostacolo è l’interazione con alcune funzioni di base del dispositivo; con i comandi vocali di Google Now oggi è possibile aprire il pannello delle impostazioni semplicemente dicendo “apri impostazioni”, ma le modifiche alle impostazioni rimangono u’attività completamente manuale. Per esempio, S-Voice di Samsung, permette di accendere o spegnere il wi-fi o il bluetooth con un comando vocale: è ancora poco, rispetto alle decine di azioni possibili con un dispositivo mobile, ma è qualcosina. Sarebbe ideale avere la possibilità di pronunciare un comando come “Cerca reti wi-fi libere” oppure “trova il mio auricolare Bluetooth” e lasciare il compito di collegarsi al proprio smartphone. La strada è lunga, ma qualche passo è stato già fatto.

Tornando ad Android 5, altro aspetto interessante è l’aumento di protezione del dispositivo in caso di furto o smarrimento; da quanto si sa attualmente, sarebbe possibile non solo bloccare o cancellare da remoto il dispositivo, ma addirittura resettarlo e renderlo inutilizzabile a meno di non conoscere la password dell’account Google associato. La funzione dovrebbe chiamarsi Factory Reset Protection (qualche info qui) e proteggerebbe il device da un reset di fabbrica non autorizzato, la prima operazione che un ladro effettua su uno smartphone rubato. E’ sempre consigliabile denunciare alle autorità il furto e sperare poi che il nostro operatore inserisca l’IMEI del dispositivo in blacklist (ecco qui un articolo con diversi consigli)

Altre funzioni molto interessanti, riassunte per praticità, sono:

  • notifiche personalizzabili, ovvero “Chi è autorizzato a rompere le scatole e chi no”. Funzione utile per chi spesso partecipa a riunioni aziendali;
  • funzioni permutate da CyanogenMod e da altre custom ROM, come per esempio le Heads Up Notification, ovvero le notifiche che appaiono in sovraimpressione anche quando sono in esecuzione app a pieno schermo come i videogames;
  • Smart Lock, ovvero il blocco del cellulare quando viene rilevato che il proprio dispositivo Android Wear (o uno smartwatch, come il Galaxy Gear) si è allontanato dallo smartphone;
  • possibilità di collegare periferiche audio USB come microfoni e cuffie;
  • backup e ripristino semplificato utilizzando NFC;
  • sincronia app, ricerche, immagini e canzoni fra tutti i propri dispositivi

Il vero punto di forza del sistema è la perfetta (o quasi) integrazione con il mondo Google. Infatti, è proprio su questo dettaglio che si basa il successo dei dispositivi Apple, che offrono all’utente un’esperienza d’uso il migliore possibile in quanto l’hardware è tagliato su misura per il software, e viceversa.

L’ecosistema Google è più vasto di quello Apple, e questo è un grosso vantaggio in quanto si possono offrire molti più “servizi” (la posta, il calendario, i contatti, i promemoria, i giochi, le foto e i documenti condivisi… sono tutti servizi, alla fine). Di contro, la grande quantità di servizi offerti da Google potrebbe costituire anche un ostacolo, sia per via della frammentarietà, sia a causa delle diverse modalità di interazione fra un’app e un’altra. Insomma, occorre un’interfaccia unica, semplice e il più possibile coerente per veicolare tutti i servizi che Google offre, utilizzando un solo metodo comune per tutto. E sembra proprio che negli ultimi anni l’attenzione di Google si sia rivolta proprio in questa direzione.

Se siete tipi “abitudinari”, un consiglio prima di aggiornare il vostro smartphone: preparatevi, Lollipop è molto diverso.




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