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Per la serie “l’acquisto compulsivo del 2013”, ecco qui il Mac Mini Server, il server più piccolo del mondo tralasciando questo, questo e questo. Ok, riformulo la frase: il server più piccolo del mondo considerando anche il design e la potenza. E in effetti, come tutti i prodotti Apple, il design è decisamente eccezionale, come anche la qualità costruttiva.

Come computer in sé è decisamente potente, possiede caratteristiche interessanti (come la possibilità di montare al suo interno due dischi rigidi oppure due unità SSD), ed è corredato dall’applicazione OS X Server, che consente di gestire una vastissima gamma di servizi di tipo server in modo decisamente più semplice del normale. Ciò non vuol dire che qualsiasi derecebrato può permettersi di configurare un server in casa propria premendo il tasto magico “Fai tutto tu”, però consente ad una persona mediamente esperta di configurare e rendere operativi tutti i tipi di servizi di rete in molto meno tempo. Avrete sicuramente “L’amico sistemista®” che potrà aiutarvi nell’impresa, no?

Ma andiamo con ordine…

MacMiniServer_Back

Il Mac Mini Server viene venduto a un prezzo base di 1049,00 Euro, e possiede le seguenti caratteristiche:

  • Processore Intel i7 Quad Core 2,3 GHz con 6 MB di cache L3;
  • 4 GB di RAM;
  • 2 hard disk interni da 1 TB a 5400 giri/minuto, configurabili in RAID (Apple software RAID);
  • 4 porte USB 3, una porta FireWire 800, una porta Thunderbolt, slot per SDCard e una porta Ethernet 10/1000;
  • una porta MiniDisplayPort, una porta HDMI, ingresso e uscita audio;
  • Bluetooth 4.0 e Wi-Fo 802.11n, compatibile con 802.11 a/b/g

Insomma, tutto quello che serve(r), occupando una porzione di spazio ridicola in casa vostra o in ufficio.

Sotto l’aspetto software, troviamo Mac OS X Mountain Lion 10.8.1 con preinstallato il pacchetto OS X Server; Apple ha modificato la distribuzione della versione server di OS X, facendola diventare nient’altro che una semplice applicazione da installare su un sistema operativo compatibile (e costa 17,99 Euro). In poche parole, qualsiasi Mac con OS X Mountain Lion può diventare un server completo di tutto: gestione utenti con profili personalizzati, condivisione di file in rete (AFP, SMB), gestione centralizzata di dispositivi iOS (iPad e iPhone), server Wiki per la collaborazione e la creazione di documenti in ambienti di lavoro, server di posta, calendario e rubrica centralizzata, server Web e un sacco di altre caratteristiche.

A parte le dimensioni contenutissime, è interessante notare che dal Mac Mini esce solamente un semplicissimo cavo di alimentazione;  l’alimentatore è all’interno e devo constatare che, dopo diverse ore di utilizzo, il server è appena tiepido, segno che i consumi sono molto ridotti. Inoltre, questo consente il posizionamento anche in ambienti poco ventilati. Non che sia consigliato, ovvio, ma in certi casi lo spazio è davvero poco (tipo sotto la mia scrivania).

MacMiniServer_inside2

Come potete vedere da questa foto (grazie ad iFixit), l’interno del server è davvero delizioso (e quello che ho preso io possiede anche i moduli di RAM completamente neri, a differenza di quello mostrato in foto). A differenza degli ultimi prodotti Apple, che sono praticamente sigillati e aprirli equivale a sfasciarli (come per esempio il discusso MacBook Pro Retina, al quale iFixIt ha assegnato un valore di riparabilità di 1 su 10), il Mac Mini Server è facilmente smontabile e, per quanto possibile, riparabile senza eccessiva difficoltà. Il sito iFixIt ha diverse guide come questa che dimostrano quanto sia semplice accedere a tutti i componenti del sistema. Questo aspetto è importante per un computer classificato come “server”, in quanto gli eventuali guasti hardware non devono pregiudicare per troppo tempo l’operatività dei servizi del quale il server è responsabile. Probabilmente, molti appassionati come me compreranno questo server per metterselo in casa, e per avere (finalmente!) tutti quei servizi divertenti e utilissimi come il server DNS o la configurazione centralizzata dei Mac e dei client iOS… no, eh? Lo fanno in pochi, dite? Vabbè, allora sono matto io...

Unica pecca riscontrata di codesto gioiellino è stata la configurazione dei dischi rigidi impostata di fabbrica: i due dischi da 1 TB erano configurati come semplici dischi a se stanti, senza RAID. Ciò mi ha costretto a formattare immediatamente il sistema, partire con l’Internet Recovery (due palle, oltre 4 GB di download), radere al suolo le partizioni dei due hard disk e quindi configurare subito un software-RAID 1 (mirroring).

[learn_more caption=”Perchè RAID?”] Perchè il RAID 1 utilizza due dischi di uguale capacità per eseguire, in tempo reale, la copia del primo sul secondo: in caso di problemi ad uno dei due dischi, il sistema non si ferma e può continuare a lavorare senza perdita di dati. Poi, con calma, si può sostituire il disco guasto e in automatico verrà copiato il contenuto del disco sano sul nuovo hard disk.[/learn_more]

E’ anche probabile che, nell’idea originaria di Apple, il secondo disco dovrebbe essere assegnato a Time Machine, e quindi il RAID non sarebbe strettamente necessario ai fini della continuità del sistema; è anche vero, però, che nel mio progetto era già preventivato un disco da assegnare a Time Machine, che mi porterebbe ad avere 3 dischi in totale, assicurandomi una buona ridondanza. E così intendo fare. 

Detto ciò, penso che mi divertirò parecchio con questo giocattolino, soprattutto quando avrò anche modificato il glorioso iMac 24 pollici per poterlo usare come monitor (se riesco nell’impresa, un articolo è d’obbligo!).

PS: Per chi se lo stesse chiedendo: l’Internet Recovery, al quale si accede accendendo il Mac e tenendo premuto il tasto Cmd+R (il vecchio tasto Mela, per chi se lo ricorda), consente di reinstallare da capo il sistema senza avere alcun DVD di ripristino. Come avrete capito, il sistema operativo viene scaricato direttamente dai server Apple, quindi armatevi di pazienza perchè ci vogliono almeno 3 ore se avete una buona connessione ad Internet, che aumentano a 5 o più nei casi peggiori.

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